giovedì 26 gennaio 2012

Riflessioni

Alle volte ci sono giornate che non finiscono più, in cui ti trovi talmente pieno di cose da fare che ti chiedi se, in fondo, era questo quello che volevi, se veramente le tue aspirazioni erano quelle di trovarti alla fine della giornata con gli occhi che si chiudono dalla stanchezza e il pensiero già rivolto alle preoccupazioni di domani. 

Si. La risposta è si. Perché ogni cosa che hai creato , costruito con le tue mani pezzettino per pezzettino è inevitabilmente parte di te , del tuo essere, del tuo sentirti vivo. Che anche quella stanchezza che alle volte ti toglie la possibilità di sederti a scrivere un pezzo fa parte di un fantastico copione che tu stesso hai contribuito a scrivere.

Quanti errori, quanti passi falsi, quante facce dimenticate o lasciate per la strada. Quanta acqua passata sotto ponti o che neppure ricordi. 

Ci sono persone alle quali, oggi, vorresti dire grazie ma che forse non rivedrai: perché la vita alle volte ci allontana anche da chi vale, non solo da quelli che lasciamo andare perché nulla portano di positivo nella nostra vita. 

Scelte, sempre ed inesorabilmente una questione di scelte. Buone o cattive che siano, tue , private, personalissime ed ineluttabili scelte che fanno di te ciò che sei e ciò che sarai. Talvolta ciò che avresti sempre voluto essere. 

Ecco, oggi mi sento così. Forse domani avrò cambiato idea, oppure sarò pieno di dubbi, di paure sul futuro . O ancora avrò nuovi progetti da sviluppare, altre ambizioni da far crescere. 

Ma oggi mi sento davvero me stesso. E , scusate se è poco, mi piaccio anche un po'....

martedì 3 gennaio 2012

Tutt el mond a l'è paes, a semm d'accòrd, ma Milan, l'è on gran Milan

La mia vita si sta dividendo tra Padova e Milano : direttrice automobilistica A4 o binario Freccia Argento. 

Potrei elencare le stazioni in cui il treno si ferma in ordine esatto sia in una direzione che nell'altra. Potrei, meglio dell'applicazione "Pronto Treno", percepire ritardi o problemi sulla linea. Potrei capire l'umore della signorina o del giovanotto che ti porge il giornale con solerzia o con pigrizia indicibile. 

Milano mi ha sempre affascinato : quando facevo solo radio era la città dei grandi network : 105, poi Deejay. Il sogno stava li : mollare baracca e burattini , trasferirsi a Milano e diventare una grande voce dell'etere nazionale. Non è stato così : pazienza. I sogni però non vanno mai gettati nella spazzatura, prima o poi (sono come la Democrazia Cristiana) sotto qualche altro aspetto, magari, ritornano. 

Con il passare degli anni il fascino è rimasto : la voglia di andare invece è scemata. O forse è passato quel momento di beata incoscienza che in determinati periodi della tua vita ti fa prendere tutto e andare lontano. 

Il mio coraggio (o l'incoscienza) si è fermato a Padova. 

Nonostante ciò, destino (o il sogno mai gettato del tutto) ha voluto che per la "seconda faccia" del mio lavoro sia necessario passare più di qualche giorno al mese nella metropoli.  L'ultima volta che vi sono andato mi sono fermato un paio di giorni, da solo . Lontano dalla frenesia del "mordi e fuggi" o del "lavora e scappa" con cui di solito affronto Milano , ho avuto modo di vivere le sue strade , la sua frenesia, la sua gente in modo un po' più completo, più appagante se vogliamo. 

Milano è brutta. Non c'è verde, c'è casino ovunque.  Io vivo in periferia, davanti ad un parco. Al mattino vedo verde ( e non è il semaforo). Come potrei mai ? 

Eppure quel piccolo tarlo lavora, si fa strada ed ogni volta che ritorno lo sento armeggiare con le sinapsi del mio cervellino. 

Provincialismo ? Probabile ! Immaturità ? Sicuro !   O forse solo semplicemente il desiderio, mai sopito, di continuare ovunque e in qualunque posto a rimettere in discussione la propria vita, a non sentirsi arrivati, a coltivare la voglia di scoprire cose, gente, luoghi. 

Forse passerà anche stavolta, la voglia di Milano. Forse no. O forse, domattina, sull'autostrada che mi porterà di nuovo lì, cambierò idea e rimpiangerò soltanto il mare della mia bella Trieste abbandonata, come un'amante ancora nel dormiveglia, molti anni fa per inseguire un sogno che si è modificato ma al quale non posso e non voglio rinunciare : vivere la mia vita pienamente. 




lunedì 2 gennaio 2012

Lonely people

Ho un rapporto controverso con la solitudine. 

Da una parte l'ho sempre combattuta con forza, scegliendo un lavoro che mi mette quotidianamente a contatto con molta (alle volte troppa) gente ; eppure, se scavo a fondo nei miei ricordi, alcuni dei momenti più emozionanti, toccanti,  della mia vita li ho vissuti nell'assoluta solitudine.

I miei viaggi da solo, ad esempio : il mese passato negli States , la Tunisia, Londra, la prima volta in Irlanda. 

Stare da solo ha sempre acuito la mia sensibilità : mi ha permesso di scavare a fondo in me stesso, di autoanalizzarmi, di trovare alle volte risposte che cercavo da tempo.  

Ho insomma vissuto la solitudine sempre e comunque (o quasi) come qualcosa di costruttivo e formativo, mai di una "pena" inflittami da qualsivoglia essere superiore adirato per le mie presunte malefatte. 

Scopro invece che la maggior parte della gente cerca disperatamente il "non essere sola". Quanti  accettano rapporti d'amore bacati , marci fino al torsolo , pur di non essere soli; quante coppie tenute insieme dalla paura piuttosto che dall'amore, quanta finzione, quanta ipocrisia. 

Quante false amicizie, quanta rincorsa al "divertirsi tutti insieme a tutti i costi", quanto dover dimostrare di avere una vita sociale talmente frenetica da dimenticare cosa vuole dire rimanere un attimo da soli con la persona alla quale dovremmo il nostro amore incondizionato: noi stessi.