venerdì 8 marzo 2013

Bufale e... polli. Sempre animali sono.

Ma dico: è mai possibile che, nell'anno 2013, molte persone credano a tutto quello che leggono su un social network ? 

Perdonate lo sfogo: sono allucinato dalla quantità di post idioti che leggo, in modo particolare su Facebook, ma ancora di più allucinato dal fatto che qualcuno possa credere a quelle fandonie. 

Insomma : a me viene logico pensare che una persona, prima di rendere virale un messaggio, pensi di informarsi, di approfondire, di sapere se si tratta di una notizia fondata oppure no. Invece no. Si trova una notizia palesemente assurda, la si commenta con frasi tipo "pazzesco" - "pensate dove stiamo finendo" - "leggete come ci rubano i soldi" e si rimettono in circolazione tramite il fatidico tastino "condividi" che a qualcuno dovrebbe essere vietato per legge. 

Particolarmente gradita dal popolo delle bufale qualsiasi immagine di politici (a seconda della propria idea politica si decide se pubblicare Bersani o Berlusconi) con allegate delle idiozie che non stanno ne in cielo ne in terra spacciate come verità discesa dal cielo.  Ma c'è spazio per il Papa, per i regali della Apple, quelli della Samsung e via dicendo. 

Insomma : sarà pur vero che la politica ci ha stancato e che ognuno di noi vorrebbe un Iphone5 senza pagarlo, ma ci vuole davvero così poco a verificare una notizia e a non fare, grazie alle bufale, la figura dei polli. 


lunedì 4 marzo 2013

Beata ignoranza

Sono ignorante, lo ammetto. Ignorante nel significato più stretto della parola, quello di "non conoscere" in modo adeguato dei fatti o degli oggetti.    

Non conosco molte cose, compresi i complessi meccanismi della politica, della quale non mi sono mai interessato più di tanto, salvo una breve, giovanile e subito abortita esperienza. 

Nella vita ho fatto radio. Più o meno seriamente, più o meno con il desiderio di imparare a conoscere meglio, attraverso un media semplice ma "vicino" alla gente, questo paese in cui vivo e che ora mi appare incomprensibile,  quasi fosse una lingua straniera che conoscevo, ma che con il tempo ho disimparato. 

Ed ora tutti a chiedermi "come la penso", "da che parte sto" in questo caos assoluto che il nostro Paese sta vivendo. 

E allora provo a spiegarlo, visto che, come tanti, sono preoccupato seriamente del futuro: mio, nostro e dei nostri figli.

Penso anche io, come credo la quasi totalità dei cittadini di questo Paese, che le cose in Italia debbano essere cambiate, credo anche io come milioni di italiani che ci sia stata una parte della classe politica indegna del diritto di rappresentarci. Una parte che però, non dimentichiamolo, è stata liberamente eletta non molto tempo fa (anche) da molti di quelli che oggi gridano "al rogo". Quei politici non ce li hanno imposti : ce li siamo imposti.

Prima però di approfondire il discorso politico mi viene da fare una considerazione: qualche volta ho l'impressione che la classe politica che abbiamo sia solo una lente d'ingrandimento della società italiana: un paese dove la meritocrazia non esiste, dove conta non il saper fare ma il chi conosci, dove più uno è bravo nell'arte dell'adulazione e del servilismo e più fa carriera. Non sarà che, un po', quei politici ce li siamo anche meritati ? Non è che con il voler far piazza pulita dei politici vorremmo, nel nostro piccolo, far piazza pulita di coloro che, nella nostra vita, ci hanno umiliato o semplicemente lasciato indietro?

Siamo incazzati con chiunque guadagni più di noi, con i calciatori (ma guardiamo la partita), con i presentatori tv (ma stiamo incollati ore a guardarli), con i professionisti che magari hanno faticato anni per arrivare ad una posizione di prestigio. Per fortuna i radiofonici sono ancora esclusi da questa voglia di fare piazza pulita.

Siamo quelli che guardano la pagliuzza nell'occhio altrui; che fanno il "lavoretto in nero" ma gridano allo scandalo se a farlo è il vicino di casa, quelli che la raccomandazione qualche volta l'hanno data o presa, quelli che "bisogna essere furbi nella vita" per non prenderla nel culo, quelli di "Mors tua, vita mea".

Lo so che vado controcorrente, che oggi va il "tutti a casa", che nella foga e nel desiderio di cambiare molti vorrebbero spazzare via tutto e tutti per fare spazio a qualcosa di nuovo.

Un nuovo che però non si capisce bene. O che forse, io, nella mia beata ignoranza, non capisco bene. Sono sempre stato un po' invidioso di chi sposava ad occhi chiusi un progetto, un'idea, un ideale. Invidioso e diffidente.

Io sto con chi questo paese vorrebbe cambiarlo: non però con una rivoluzione quasi cruenta o che precipiti il Paese tra le macerie di una crisi socio-economica senza precedenti per poi (forse) vederlo rinascere come una fenice dalle ceneri. Non riesco a stare con Grillo, per dirla chiara. Sono convinto della buona fede delle persone che credono fermamente in questo movimento, ma la mia mente e il mio cuore non riescono a fidarsi. Non vedo il progetto, se non quello di abbattere tutto. Mi spiace, non è il mio progetto.

Ecco : per colpa della mia ignoranza forse non sto con nessuno. Sono liberale perchè credo nella meritocrazia ? Sto a sinistra perchè vorrei un paese multiculturale? Sto con Grillo quando chiede che non vi siano indagati in Parlamento? Con il PD quando dicono che bisognerebbe avere il coraggio di governare, adesso ?

Io vorrei soltanto andare all'estero, un giorno non lontano, e non provare la vergogna di essere italiano come, ahimè, mi è successo troppe volte negli ultimi anni.

Io sto con la speranza che questo paese possa cambiare senza tsunami o rivoluzioni o cataclismi. Ci credo ancora. E sono anche pronto ad impegnarmi in prima persona, se qualcuno mi convince che questo si può fare.