mercoledì 14 dicembre 2011

Sulla professionalità

Ho dovuto riprendere in mano il mio vecchio, polveroso e inutilizzato (se non come fermaporte o come gradino) dizionario scolastico per cercare il termine "professionalità" . La definizione che ne è saltata fuori è stata :  "Complesso di qualità che distinguono il professionista dal dilettante, quali la competenza, la costanza dell'impegno, la scrupolosità ecc. " 

La ricerca è partita perché desideravo sottolineare come in ogni settore (o quasi) della nostra vita quotidiana, siamo sommersi dal trionfo del pressappochismo, dei finti "esperti" , dei "sotuttoioeloinsegnoaglialtri". Tutti sono professionisti in tutto. Di questo, personalmente (e ribadisco è un puro pensiero personale) sono un po' stanco. 

Da buon ribelle devo quindi andare contro la definizione del mio fido dizionario: personalmente non credo che la costanza e scrupolosità facciano un professionista: fanno semmai un buon lavoratore.  Ma l'unica, vera, reale, inevitabile discriminante che "fa" il professionista in ogni campo è la competenza. 

Ho due attività (la radio e l'organizzazione di eventi) in cui i "professionisti" si contano a decine se non a centinaia.  Vi sono molte realtà nell'uno e nell'altro campo degne di ogni rispetto: talvolta di assoluta ammirazione oppure, perché non ammetterlo, di leggera invidia. 

Vi sono persone dalle quali vorrei imparare ed imparare ed imparare ancora tutto fino a sfinirmi. 

Ecco finalmente ciò a cui volevo arrivare : sarà che sto invecchiando io o non vi è più la voglia di imparare ?  Come farai ad avere la competenza se non parti dal basso, se non IMPARI ? 

Nel mio lavoro ho avuto la fortuna di incontrare grandi maestri, di professione e di vita. Con qualcuno conservo ancora dei rapporti meravigliosi, di altri ho perso le tracce o la vita ci ha portato su strade diverse.  Ma ad ognuno di loro devo qualcosa e spero di non avere mai la presunzione di dimenticarlo. 







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